PRESENTATI I RISULTATI DEGLI SCAVI A SU NURAXI

15/03/2017

Nel giorno del 103° anniversario di nascita dell’esimio Prof. Giovanni Lilliu, lunedì 13 marzo alle ore 17:30, il Polo Museale Casa Zapata ha ospitato l’evento di presentazione dei risultati dell’importante campagna di scavi  archeologici condotti nel corso del 2015 presso l'Area Archeologica "Su Nuraxi di Barumini" ad opera dell’Università degli Studi di Cagliari, sotto la Direzione Scientifica del Dr. Riccardo Cicilloni.

La Campagna di scavo realizzata  nell’importantissimo complesso protostorico - che rappresenta il monumento nuragico più conosciuto al mondo, grazie anche all’iscrizione nel 1997 nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO- ha condotto ad alcuni importanti risultati scientifici a cui i protagonisti hanno dato ampia diffusione.

In particolare, come illustrato dal direttore e dal vice direttore degli scavi, rispettivamente il Prof. Riccardo Cicilloni, del Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell’Università di Cagliari, e ​il Dott. Giacomo Paglietti, sul sito archeologico sono state esplorate, tra agosto e settembre 2015, tre diverse aree, allo scopo di puntualizzare alcune fasi cronologiche e studiare le fasi costruttive del monumento, che diventato indicative dell’intera civiltà nuragica.

Gli scavi effettuati sulle aree di intervento hanno permesso l’eccezionale scoperta di un momento rituale con dei pozzetti di fondazione di alcune capanne che hanno dato resti di animali: ovini, ovicaprini, due valve di mitili e, in particolare, un esemplare di maiale di poche settimane di vita. Ciò sarebbe indicativo del fatto che i pozzetti erano legati a sacrifici animali, riti di fondazione o riti familiari come riti fertilistici, che prevedevano l’uccisione di animali. Nei pozzetti son stati anche rinvenute ceramiche e carboni, che permetteranno nuove datazioni grazie all’analisi del carbonio 14.  Gli scavi hanno inoltre permesso di avvalorare l’ipotesi della presenza, sul sito archeologico, di un ulteriore antemurale - cintura muraria approntata per la difesa esterna del quadrilobo del complesso nuragico - mai verificato precedentemente.
I reperti saranno oggetto di analisi e restauro, grazie ad un progetto in essere con la Soprintendenza, in collaborazione con il personale qualificato della Fondazione Barumini Sistema Cultura.

Il progetto di scavo è stato realizzato in collaborazione con il Comune di Barumini, la Fondazione Barumini Sistema Cultura e la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e per le province di Oristano, Medio Campidano, Carbonia-Iglesias, Ogliastra, presente all’evento con la Dott.ssa Chiara Pilo. Al progetto hanno partecipato assegnisti di ricerca, borsisti e studenti dei corsi di Beni culturali e di Archeologia dell’Università di Cagliari, insieme ad alcuni Dottorandi di ricerca dell’Università di Granada, con cui da vari anni sono in corso collaborazioni di ambito scientifico.

Per l’occasione, inoltre, il Comune di Barumini e la Fondazione Barumini Sistema Cultura hanno presentato la Seconda Edizione del Premio “Giovanni Lilliu”, istituito nel 2016, dedicato a tesi di laurea afferenti all’ambito della storia, cultura, aspetti identitari o linguistici della Sardegna, incentivando così l’attività di studio e di ricerca nei campi maggiormente indagati dall’illustre archeologo.  Il premio è stato annunciato al pubblico alla presenza delle figlie del Prof. Lilliu, Cecilia e Caterina, Alberto Moravetti, Professore dell’Università di Sassari, e Paolo Piquereddu, già Direttore Generale dell'ISRE, Istituto Superiore Regionale Etnografico. La tesi vincitrice si aggiudicherà il premio di 1000 €.

Grande soddisfazione esprime il Presidente della Fondazione Barumini Sistema Cultura e Sindaco di Barumini Emanuele Lilliu, secondo cui “è fondamentale proseguire nel lavoro di studio e di ricerca, sia attraverso importanti campagne di scavo su un sito archeologico come Su Nuraxi, che non smette mai di sorprendere, sia attraverso la valorizzazione della nostra cultura identitaria,  da cui deriva anche la formazione di figure professionali qualificate in grado di riscoprire, conservare, tramandare ed innovare il nostro patrimonio culturale, rendendolo un vero attrattore turistico in grado di rivitalizzare l’economia locale

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