Arbus

Arbus, Comune della Provincia del Medio Campidano (di cui è lo sbocco sul mare), ha un territorio vasto 267,16 kmq, che in Sardegna è secondo solo a quello di Sassari. Questo territorio comprende un settore montano, che divide il Medio Campidano dal mare ed è costituito dalla catena del Monte Arcuentu e dai monti che circondano l’abitato di Arbus; un settore collinare con le zone minerarie di Montevecchio – Ingurtosu – Gennamari, che degrada verso il mare; un settore costiero lungo 47 km, che va da Capo Frasca, sul golfo di Oristano, a Capo Pecora, al confine con l’Iglesiente. La bellezza del territorio Arburese, che varia dai boschi alla macchia mediterranea ed alle spiagge, è riconosciuta non solo a livello nazionale (con l’assegnazione del prestigioso riconoscimento de “Le 5 Vele” nel periodo 2002 – 2006 da parte di Legambiente e del Touring Club Italiano) ma anche europeo con ben 7 siti d’interesse comunitario che interessano le località di Capo Pecora – Monte Arcuentu e rio Piscinas (dove, in prossimità della foce, è presente il più esteso sistema di “dune fossili“d’Europa) – Stagno di Corru s’ittiri con S’ingroni de Sant’Antonio – Piscinas – fascia costiera da Piscinas a riu Scivu – Is Arenas s’acqua e s’ollastu (Golfo di Pistis) – pendici del Monte Linas.
I primi insediamenti umani risalgono all’età prenuragica  mentre altre testimonianze del passato si trovano nelle località Capo Pecora e Bruncu Espis (tombe dei giganti), S’Angiarxia (villa romana del II° secolo d.C.), Narocci (nuraghe), Nel centro urbano, in Piazza San Lussorio sono state portate alla luce testimonianze risalenti fino all’epoca romana. A Torre dei Corsari troviamo  una Torre Aragonese, a suo tempo posta a difesa della costa contro le incursioni saracene.
Tutto il territorio è caratterizzato dalla secolare presenza delle attività minerarie, ormai dismesse, che costituiscono un pregevole ed interessante esempio di archeologia industriale. Ad Ingurtosu, villaggio minerario circondato dai boschi, troviamo il Palazzo della Direzione, la Chiesa di Santa Barbara con la sua Via Crucis che, partendo dalla chiesa arriva fino ad un complesso roccioso naturale, l’Ospedale, Villa Ginestra (con uno spettacolare colpo d’occhio sulla vallata verso il mare), il Pozzo Gal dove, con l’ausilio di tecniche multimediali, è possibile un’immersione immediata nella storia della miniera e della sua gente. Il villaggio è attraversato dalla strada per Piscinas, che attraversa anche il sito della Laveria Brassey in località  Naracauli. A Montevecchio, immersa nel verde, troviamo l’ex Foresteria ( datata 1930, ospita la Collezione di diorami Della Ca’ sulla vita mineraria in varie epoche nonché l’esposizione di minerali allestita a suo tempo dalla Montevecchio – Società Italiana del Piombo e dello Zinco) e il “Museo Alberto e Giovanni Antonio Castoldi” (nei locali già sede dell’Ufficio Geologico, comprendente una raccolta d’oggetti d’uso maschili e femminili, reperti archeologici e gioielleria tradizionale Sarda, donati al Comune di Arbus dalla Signora Giulia Lenzi Castoldi, discendente di Giovanni Antonio Sanna, primo proprietario delle miniere di Montevecchio).
Di grande interesse, sulla strada sterrata che conduce ad Ingurtosu (dalla quale può essere facilmente osservato allo stato naturale il cervo sardo), si trovano i cantieri minerari dismessi di Ponente, tra cui Pozzo Sanna e Pozzo Amsicora.
In ambito enogastronomico trovano particolare risalto i prodotti (quali carne, latte, formaggi ecc.), derivanti dall’allevamento delle due razze autoctone (capra e pecora nera di Arbus) presenti sul territorio e promossi anche con l’organizzazione delle Sagre della Capra e della Pecora Nera.

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Comune di Arbus
Web: www.comune.arbus.ca.it
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